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capitolo xviii. - lo sgelamento 167

CAPITOLO XVIII.

Lo sgelamento.

Vedendolo precipitare nel canale, Wilkye e Blunt, non badando che al proprio coraggio e senza pensare al pericolo che li attendeva, si erano slanciati innanzi colla speranza di soccorrerlo, ma dovettero arrestarsi, poichè un’altra fessura si era aperta dinanzi a loro, minacciando d’inghiottirli.

Disperati, angosciati, si misero a correre lungo la sponda, gridando:

— Peruschi!... Peruschi!...

Il loro compagno però non rispondeva: udivano invece le acque che muggivano sordamente, come si frangessero contro degli ostacoli. Pareva che sotto quella vôlta di ghiaccio scorresse un fiume impetuoso.

— Peruschi, ripetè Wilkye, che pareva impazzisse dal dolore. In nome di Dio, rispondete o...

— Zitto, signore! esclamò Blunt, afferrandolo strettamente per un braccio.

— Cosa avete udito?

— La sua voce: silenzio, signore.

Entrambi si erano fermati a circa trecento metri dalla fenditura, e curvi verso la crosta di ghiaccio, ascoltavano con profondo raccoglimento.

Poco dopo, sotto la vôlta, ma ad una grande distanza, si udì una voce distinta che gridava:

— Ci sono!...