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160 | al polo australe in velocipede |
— E voi dite che il freddo scende a 50° sotto lo zero? esclamò Peruschi. Ma come può resistere l’uomo a tale temperatura?
— Eppure resiste, rispose Wilkye, anzi gli Esquimesi del polo Artico non mostrano di soffrirne menomamente.
— Gli Esquimesi, ma noi?
— Tutti gli uomini, siano americani od europei, hanno dimostrato di poter resistere a temperature eccessivamente fredde. Per darvi degli esempi vi citerò il capitano Bak, che al forte Réliance, che è situato nelle pianure dell’America Inglese, sopportò per parecchi giorni una temperatura di 56° sotto lo zero e senza soffrire troppo.
— Quello era un vero freddo!
— I navigatori artici sopportarono freddi anche maggiori: il Parry, Ross, Franklin, Mac-Clure, ecc., affrontarono parecchie volte delle temperature che superavano i 55° sotto lo zero. L’equipaggio dell’Alert, che fece la spedizione del 1876 sotto il comando di Markham, ebbe a subire dei geli spaventevoli, durante i quali il termometro segnò perfino 61° sotto lo zero.
Anche i Siberiani sopportano freddi intensi; un viaggiatore russo constatò che a Nieney-Eudinsk il termometro segnò più volte 62°,5.
— E in questo continente, i navigatori hanno provato grandi freddi?
— Intensi, Peruschi, anzi maggiori che nel polo Artico, poichè mentre gli esploratori nordici si avanzarono colle loro navi fino all’82° parallelo, quelli australi non riuscirono a sorpassare i 78° 9' e 30" in causa dei ghiacci e del freddo.
— Pure ora si resiste benissimo.
— È vero, ma fra poche settimane può avvenire un