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156 | al polo australe in velocipede |
fu capace di far altro che di gettarsi fra le braccia dell’audace esploratore.
Due lagrime brillavano sugli occhi del negoziante.
— Tornate presto — borbottò.
— Ritorneremo, Bisby — disse Wilkye che era pure commosso — e se la Provvidenza ci aiuta, torneremo vincitori.
Poi raddrizzando l’alta statura, disse:
— Partiamo, amici: la fortuna è cogli audaci!
La macchina era già stata accesa ed aveva ormai la pressione necessaria: il gran velocipede pareva impaziente di lanciarsi attraverso i campi di ghiaccio.
Wilkye ed i due velocipedisti abbracciarono Bisby che emetteva dei sospironi, poi i marinai, quindi salirono in sella: Wilkye dinanzi, Blunt secondo e Peruschi ultimo.
— Addio, amici, o meglio arrivederci presto, - disse Wilkye. Vi raccomando di economizzare i viveri, se volete evitare un disastro.
— Mi nutrirò di carne di foca, se sarà necessario, rispose Bisby, stringendo le mani di Wilkye.
— Buon viaggio signori, e buona fortuna, dissero i marinai.
Wilkye abbassò il braccio di leva e la macchina si mise in moto salendo la costa, mentre i marinai e Bisby gridavano ad una voce:
— Viva Wilkye!..... Hurrà per la bandiera dell’Unione! Hurrà pel polo Australe!.....