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142 al polo australe in velocipede


— Se in tre mesi non saremo ritornati, sarà segno che noi siamo morti.

— Voi mi spaventate, Wilkye.

— Eh! esclamò l’esploratore. Credete voi che le regioni polari non abbiano avuto le loro vittime? Il polo Nord è costato centinaia di vite umane.

— Ma col vostro velocipede....

— Può spezzarsi, un campo di ghiaccio può aprirsi sotto i nostri piedi e inghiottirci, o una montagna di ghiaccio può piombarci addosso e stritolarci, o una valanga di neve può seppellirci o la fame ucciderci.

— Io rinuncerei al polo!

— Voi, ma io, mai! esclamò Wilkye, con suprema energia. O spiegare la bandiera americana ai confini del mondo australe o perire nell’impresa.

— E noi vi saremo fedeli compagni, signore! esclamarono i due velocipedisti, con entusiasmo... Lotteremo fino all’estremo delle nostre forze, pel trionfo della nostra bandiera.

— Grazie, valorosi compagni, disse Wilkye commosso. Sapevo di aver condotto con me due fidi amici. Ora, finché i nostri marinai trasporteranno qui la scialuppa per metterla al sicuro dai ghiacci, che non tarderanno a mettersi in movimento per l’imminente sgelo, noi saliremo quella catena di colline e andremo a vedere le pianure dell’interno.

— Andiamo, disse Bisby che aveva mangiato tanto, da correre il pericolo di scoppiare. - Una passeggiata mi faciliterà la digestione.

Wilkye, il negoziante ed i due velocipedisti, armatisi di carabine a retrocarica e di bastoni colla punta ferrata per aiutarsi nell’ascensione, lasciarono la capanna e si diressero verso le colline che chiudevano l’orizzonte verso