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capitolo i. - il naufragio dell'eira 7


La spedizione ritornò, sperando di trovare un altro passaggio, ma presso le isole Bell la nave veniva imprigionata dai campi di ghiaccio. Il 7 agosto riusciva ad aprirsi un varco ed a ripartire, ma otto giorni dopo veniva rinchiusa dai ghiacci presso il capo Flora, ed il 21 affondava sotto la pressione dei banchi. L’equipaggio s’accampò a terra, passò l’inverno vivendo di carni d’orsi bianchi e di morse e il 22 giugno di questo anno s’imbarcava nei canotti che aveva salvato, cercando di guadagnare le coste della Russia settentrionale. Dopo sei settimane impiegate ad attraversare un immenso campo di ghiaccio, giungeva al mare libero ed approdava alla Nuova Zembla. Ora il telegrafo annunziò che la spedizione è stata raccolta nello stretto di Matotkine dallo steamer Hope comandato da sir Allen Young, che era stato mandato in cerca dell’Eira dal governo inglese. Ecco il motivo della nostra discussione.

— Io non m’intenderò che di carni salate, ma mi pare, signor Linderman, che quella spedizione abbia fatto una magra figura, disse Bisby.

— Andate a parlare di buoi, voi! esclamò l’inglese con tono acre. Cosa ne sapete voi di spedizioni polari?

— Sono un membro della Società Geografica anch’io e...

— Degli uomini grassi che non s’occupano che di mangiare.

— Ma io dico che se quei signori che montavano quel bastimento fossero stati americani.....

— Si sarebbero affogati, signor negoziante di carni. La fine della vostra Jannette, informi1.

  1. La spedizione della Jannette era stata organizzata dal proprietario del giornale il New-York Herald nel 1880 e doveva cercare un passaggio libero fra lo stretto di Davis e quello di Behering. Affondata al nord della Siberia, soli pochi uomini poterono raggiungere la costa e anche di questi, alcuni morirono di fame nel delta della Lena.