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si fendevano e si staccavano dalle coste del continente, filando verso il nord, e dai fianchi di quei colossi scendevano cascatelle d’acqua, che però gelavano durante la notte.

Anche i grandi ghiacciai del continente erano in moto e di tratto in tratto, fra le rocce della costa, piombavano in mare, con orribile fracasso, dei massi enormi che dovevano pesare parecchie centinaia di tonnellate.

— Ma da dove vengono questi ghiacci? chiese Bisby a Wilkye, nel momento in cui una vera montagna scivolava in mare. C’è la fabbrica su quelle coste?

— Vengono dai ghiacciai che sono numerosissimi sul continente australe. Si potrebbe anzi dire, che tutto l’interno forma un ghiacciaio solo.

— Ma questi ghiacciai, cosa sono infine?

— Veri fiumi di ghiaccio, Bisby, o meglio ancora, correnti di ghiaccio.

— Ma si muovono quei ghiacciai?

— Sempre, amico mio. Le nevi che si accumulano durante l’inverno non tardano a congelarsi, ed essendo le terre, per natura, inclinate più o meno bruscamente verso i mari, i ghiacci cominciano a scivolare. La loro marcia è lentissima d’inverno, ma, quando comincia lo sgelo diventa più rapida e camminano finchè giungono al mare. Sono i ghiacciai che gettano gli ice-bergs, poichè questi, come già vi dissi, non possono formarsi in pieno mare e nemmeno intorno alle spiaggie.

— La velocità dei ghiacci è considerevole?

— Varia, in media, dai dodici ai quindici centimetri per giorno.

— Una velocità da lumaca; è eguale in tutto il corso?

— No, poichè il movimento è più rapido nel mezzo che ai lati come nei fiumi, più alla superficie che sotto.