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120 | al polo australe in velocipede |
si fendevano e si staccavano dalle coste del continente, filando verso il nord, e dai fianchi di quei colossi scendevano cascatelle d’acqua, che però gelavano durante la notte.
Anche i grandi ghiacciai del continente erano in moto e di tratto in tratto, fra le rocce della costa, piombavano in mare, con orribile fracasso, dei massi enormi che dovevano pesare parecchie centinaia di tonnellate.
— Ma da dove vengono questi ghiacci? chiese Bisby a Wilkye, nel momento in cui una vera montagna scivolava in mare. C’è la fabbrica su quelle coste?
— Vengono dai ghiacciai che sono numerosissimi sul continente australe. Si potrebbe anzi dire, che tutto l’interno forma un ghiacciaio solo.
— Ma questi ghiacciai, cosa sono infine?
— Veri fiumi di ghiaccio, Bisby, o meglio ancora, correnti di ghiaccio.
— Ma si muovono quei ghiacciai?
— Sempre, amico mio. Le nevi che si accumulano durante l’inverno non tardano a congelarsi, ed essendo le terre, per natura, inclinate più o meno bruscamente verso i mari, i ghiacci cominciano a scivolare. La loro marcia è lentissima d’inverno, ma, quando comincia lo sgelo diventa più rapida e camminano finchè giungono al mare. Sono i ghiacciai che gettano gli ice-bergs, poichè questi, come già vi dissi, non possono formarsi in pieno mare e nemmeno intorno alle spiaggie.
— La velocità dei ghiacci è considerevole?
— Varia, in media, dai dodici ai quindici centimetri per giorno.
— Una velocità da lumaca; è eguale in tutto il corso?
— No, poichè il movimento è più rapido nel mezzo che ai lati come nei fiumi, più alla superficie che sotto.