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capitolo xii. - il continente australe 113


— Abbastanza, Bisby, ma in gabbia abbreviano la loro esistenza. Si sono vedute delle gazze prigioniere vivere venticinque anni e dei merli quindici.

— E i galli che sono così succulenti?

— Vivono in media vent’anni, mentre i piccioni muoiono a dieci.

— Sono gran mangiatori gli uccelli?

— Formidabili divoratori; facendo molto consumo di forza muscolare, hanno sempre appetito.

— Allora sbaglia il proverbio che dice: mangia come un uccello, per indicare un uomo che vive con poche bricciole di pane.

— Vi basti sapere che un uccello grosso come un merlo mangia in un solo pasto tanto, che in proporzione, un uomo dovrebbe divorare un’intera coscia di bue. Se la popolazione del mondo, in proporzione alla grandezza degli uccelli, mangiasse come questi, si è calcolato che occorrerebbero giornalmente cento milioni di buoi.

— Basta, Wilkye; coi vostri discorsi mi avete messo indosso un certo appetito, che faccio suonare la campana della cena.

— Divoratore!...

— Per Bacco!... Se voglio ingrassare e detronizzare Dorkin, bisogna bene che mangi.

— Aumentate, almeno?

— Non c’è male: sono cresciuto di due chilogrammi.

— È molto, in poco più di quindici giorni.

— Poco, poco, amico mio, ma conto di guadagnare molto sul continente australe.

Durante la notte, la Stella Polare fu costretta a diminuire la sua corsa, essendo il mare cosparso di nuovi massi di ghiaccio che provenivano dal vasto golfo di Ughes, spinti verso il nord dal vento australe. Erano