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112 al polo australe in velocipede


— Vi sfido a mangiarli allo spiedo.

— Forse che non sono buoni? chiese Bisby.

— Tutt’altro! Puzzano di pesce e di olio rancido ed alcuni tramandano un fetore insopportabile, cibandosi degli escrementi caldi delle foche.

— Puah!

— Aggiungete che questi uccelli sono duri, coriacei, contando chissà quanti anni di esistenza, poichè si dice che abbiano vita molto lunga.

— Forse qualche decina d’anni?

— Delle centinaia, amico mio.

— Ecco una cosa che stenterò a credere, Wilkye. Mi pare un po’ grossa, che degli uccelli vivano più degli uomini.

— Oh! Ve ne sono moltissimi che vivono dei secoli, Bisby. I cigni sono quelli che hanno l’esistenza più lunga di tutti, poichè in media vivono trecent’anni.

— Che uccelli invidiabili!

— Dopo quelli vengono i falchi che passano il secolo. Knaver asserisce di averne veduto uno che aveva centosessantadue anni.

— Bell’età, per bacco, per un volatile!

— Un’aquila di mare catturata già adulta nel 1715, non morì che nel 1819, cioè centoquattro anni più tardi. Un avoltoio dalla testa bianca, preso nel 1706, non morì che nel 1820 in una uccelliera del castello di Schoembrun presso Vienna.

Anche i pappagalli ed i corvi invecchiano assai e passano il secolo, ma soprattutto gli uccelli di mare e delle paludi vivono lungamente, e si dice che la loro vita raggiunge quella di parecchie generazioni umane.

— E gli uccelli di bosco dei nostri paesi, vivono pure molto?