Pagina:Salgari - Al polo australe in velocipede.djvu/116

108 al polo australe in velocipede


Foster che è il più alto di tutti toccando i 6600 piedi, Snow, Greenwik, Robert, Nelson, Gilb, Jameson, Midle, Deception ed altre minori che possono chiamarsi semplici scogli o gruppi di scogliere.

Tutte queste isole hanno un aspetto selvaggio e desolante. Le loro coste sono dirupate e sventrate dall’eterna azione delle onde; d’inverno sono coperte di nevi e cinte di immensi campi di ghiaccio che rendono l’approdo quasi impossibile; d’estate si spogliano di parte del loro candido mantello, ma su quelle rocce non crescono che delle magre piante assolutamente insufficienti a nutrire un capo di bestiame, poichè sono muschi, magri licheni appartenenti alla specie degli Usnea melanoscanthoa, pianticelle microscopiche, lecanore, ulve e qualche cespuglio di Drimys Winteri, piante somiglianti ai nostri allori, colle foglie grigio-argentee, ma la cui scorza può adoperarsi con buon successo contro lo scorbuto.

Nessun abitante umano vive su quelle terre dell’oceano australe. Se su quelle dell’oceano artico, che pure sono del pari fredde e sterili, si trovano gli Esquimesi, su queste mancano gli uomini, nè si è mai avuto notizia, nè si è mai trovata alcuna vestigia di essere state un tempo abitate.

Non vi si vedono che uccelli, i quali nidificano su quelle rocce a migliaia, anzi a milioni, lasciandosi avvicinare dagli uomini e talvolta uccidere a bastonate, tanto sono stupidi. Vi soggiornano pure le foche e gli elefanti marini, ma i quadrupedi mancano assolutamente, poichè non vi sono nè orsi bianchi, nè lupi, nè renne, nè buoi muschiati come nelle regioni artiche.

La Stella Polare, avvistata l’isola del Re Giorgio, aveva messo la prua verso il sud-ovest per raggiungere la