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96 al polo australe in velocipede


La nave, sollevata da una forza misteriosa, si era inclinata a poppa, mentre la prua pareva che venisse portata in alto.

Un secondo urlo di terrore rimbombò in mezzo al nebbione, confondendosi con una serie di stravaganti detonazioni e di violenti scricchiolii:

— Aiuto! si udì a urlare Bisby.

Ad un tratto la goletta s’alzò, barcollò un istante in aria, librandosi fuori dai flutti, poi si rovesciò sul tribordo con un cupo rimbombo, rotolando gli uomini addosso alla murata. Erasi arenata? No, poichè quasi subito si udì un lungo scricchiolìo, come uno spezzarsi di ghiacci e la nave, sfondando col proprio peso quel punto d’appoggio, ricadde in mare, mentre un tonfo immenso risuonava a breve distanza, seguito poco dopo da muggiti formidabili.

Un’ondata spumeggiante, una vera montagna d’acqua irruppe sul ponte, lo attraversò rovesciando tutto sul suo passaggio e sparve fra il nebbione, perdendosi in lontananza.