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2 | al polo australe in velocipede |
— Può essere, signor Linderman. Che volete? Sarei più contento che scoprisse il polo un americano, anzichè un inglese.
— Infatti, si è veduto come l’hanno scoperto i vostri compatriotti della Jannette.
— La loro missione era diversa, signor Linderman. La Jannette andava in cerca di un passaggio libero fra lo stretto di Behering e quello di Davis, e non del polo nord.
— Ed è naufragata miseramente, disse il signor Linderman, con ironia.
— Ma se si fosse diretta verso il polo, senza perdere tanti mesi a cercare il passaggio, forse sarebbe riuscita.
— A farsi schiacciare dai ghiacci qualche mese prima.
— Troppa fretta, signor Linderman.
— Eh!... Pretendereste voi che gli americani debbano riuscire in tutto?... E chi credete che siano gli inglesi?... Degli uomini di carta-pesta forse?... I miei compatriotti navigavano già nei mari polari, quando in Europa non si sapeva ancora che esistesse un’America.
— Colpa dei vostri grandi navigatori che non l’hanno scoperta prima, questa America che dà tanta ombra al vostro paese, rispose con accento acre il signor Wilkye. Ci voleva un italiano, un Cristoforo Colombo, per far sapere ai vostri navigatori che esisteva un altro continente!
— Basta!... M’avete seccato abbastanza.
— To!... Un flemmatico inglese che prende fuoco come uno zolfanello! Avete mai veduto una cosa simile, signori miei?...
Un allegro scroscio di risa echeggiò intorno ai due litiganti. Il signor Linderman s’alzò rosso come una peonia di China e lasciò cadere, sul tavolo che gli stava dinanzi,