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92 | paolo e virginia |
e le mie lagrime non la lasciarono più dubitare della sua disgrazia, sentissi incontanente affogata da un dolore angoscioso, che toltale in tutto la voce, non le permise altro sfogo che di frequenti singhiozzi; Margherita sclamò anch’ella: «Dov’è mio figlio? Ahi! non vedo il figliuol mio!» e svenne. Noi le demmo soccorso, e come si risentì, io l’accertai che Paolo viveva, e che il governatore pensava a lui; la si diede dunque tutta a sovvenire la sua amica, la quale cadeva di tratto in tratto in lunghe sincopi, e tanto ebbe a soffrire tutta la notte, che io congetturai che nessun dolore può stare a petto a quel di una madre. Allorchè riprendeva ella fo smarrito sentimento, alzava lo sguardo al cielo e vel tenea immoto, nè valeva che noi le stringessimo affettuosamente le mani, e la chiamassimo coi nomi più teneri, chè nessun sentore dava mai d’avvedersi di quei segni dell’antica nostra amicizia, nè dal suo petto soffocato usciva altro fuor che gemiti profondi.
La mattina fu portato in un palanchino Paolo, il quale aveva ricuperati i sensi; ma non poteva ancora proferire una parola: il trovarsi egli insieme con sua madre e colla signora De la Tour, di che io temetti in prima potesse avvenir male, giovò anzi molto più che non aveva fatto tutto lo studio mio fin allora, chè videsi tosto apparire un raggio di consolazione sul volto di quelle madri sventurate, le quali, fattesi intorno al rimasto figliuolo, ed abbracciatolo e baciatolo tenerissimamente, cominciarono a dare sfogo di lagrime a quel dolore che fatalmente aveano tenuto serrato fino allora nel seno. Pianse anch’egli Paolo indi a poco, sì che dopo tale sfogo sollevati in qualche modo quei tre infelici dal dolore convulsivo, rimasero a lungo sopiti, ed ebbero per questa via un riposo, o, diciam meglio, un letargo poco dissimile, per vero dire, da quel della morte.
Il signor De la Bourdonnais mandò di cheto ad avvertirmi che il corpo di Virginia era stato trasportato d’ordine suo alla città, donde doveva essere portato a processione fino alla chiesa dei Pamplemussi. Scesi subitamente a Porto-Luigi, dove io vidi radunata una grande quantità di gente accorsa da tutte la bande per assistere a questo funerale, come se l’isola avesse per-