Pagina:Saint-Pierre - Paolo e Virginia, 1883.djvu/98


paolo e virginia 91

vento, siccome avviene nelle tempeste, ci avvedemmo, non senza un grande rammarico, che ne sarebbe tolto perfino il conforto di poter dare sepoltura a quella sventurata fanciulla. Abbandonammo dunque quel luogo cogli animi costernati ed avviliti, querelandosi ogni persona di una perdita sola, dove grande era il numero dei morti per quel naufragio, e molti vedendo qual fine funesto era toccato ad una sì virtuosa giovinetta, dubitaron quasi della Provvidenza, perciocchè accadono alle volte sciagure sì orrende e sì immeritate, che fino il saggio sente vacillare la sua speranza.

Paolo cominciava a riaversi, ma non essendo ancora in istato di poter esser trasportato quassù, lo lasciammo in una casa di quei dintorni. Io me ne tornai con Domingo per disporre la madre di Virginia e la sua amica a questo caso atroce. Arrivati là dove ha fine la vallata del fiume dei Latanieri, alcuni mori ci dissero che il mare gittava molti avanzi del vascello nell’opposto seno: scendemmo tosto colà, e prima d’ogni altra cosa mi si parò davanti il corpo di Virginia. Era mezzo coperto di sabbia, e conservava l’atteggiamento in cui l’avevamo veduta morire; quasi niuna alterazione era nella sua faccia, chiusi erano gli occhi; ma la fronte nulla avea perduto del suo sereno, se non che si vedevano nelle sue guance mescolate le pallide viole di morte alle rose del pudore. Stava una mano sulle vesti, l’altra sul cuore, ed era questa serrata fortemente ed intirizzita: dischiusala a stento, io ne trassi fuori una scatoletta: vi lascio pensare se rimasi attonito, trovando rinchiuso in quella il ritratto di Paolo, ch’ella avea conservato fino alla morte, siccome gli aveva promesso. Quest’ultimo contrassegno della costanza e dell’amore di quella giovinetta sventurata mi fece da capo piangere amaramente. Il povero Domingo battevasi il petto ed empiva l’aria di strida pietose. Trasportammo quel corpo in una capanna di pescatori, ove alcune povere donne del Malabar tolsero impegno di lavarlo e di guardarlo. Lasciatele in quel mesto officio, noi salimmo, tremando, quassù, e trovammo la signora De la Tour e Margherita, le quali stavano facendo orazione per la salvezza del vascello. Al vedermi, la signora De la Tour gridò: «Dov’è mia figlia, la mia cara figlia, il sangue mio?» E perchè il mio silenzio