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già a mostrare spaventevoli spaccature: allora la gente che stava là sopra, non vedendo altra via di salvezza, pose in acqua antenne, assi, gabbie di polli, tavole e botti, e su quelle lanciatosi ognuno, fu il vascello abbandonato. Videsi in quel punto un oggetto degno di una eterna compassione: apparve sul palco di poppa del Saint-Geran una giovinetta che allungava le braccia verso colui che faceva tanti sforzi per giungere a lei. Ella era Virginia, la quale aveva conosciuto il suo amante alla sua intrepidezza. La vista di quell’amabile fanciulla esposta ad un tanto pericolo ci riempì di dolore e di desolazione. Ella pur conservando la nobiltà e la quiete del suo portamento, ne dava colla mano un eterno addio. Eransi i marinari tutti gittati all’acqua, un solo ne restava sulla coverta ignudo e nerboruto quanto un Ercole; questi si avvicinò rispettosamente a Virginia, e noi lo vedemmo prostrarsi innanzi a lei, e tentare in ultimo di levarle d’attorno l’impaccio delle vesti; ma ella respingendo contegnosa volse altrove lo sguardo. «Salvatela!» gridarono allora tutti. «Salvatela! replicarono: non l’abbandonate!» Ma in quell’istante un’orribile ondata alta come un monte, fosca ne’ fianchi, biancheggiante di schiuma sulla cima s’ingolfò tra l’isola d’Ambra e la terra, e s’avanzò ruggendo verso il vascello: a quella vista tremenda il marinajo balzò solo in mare: e Virginia vedendo inevitabile la morte pose una mano sulle vesti, l’altra sul cuore, e levato l’occhio suo sereno parve un angelo che spiegasse il volo verso il cielo.

O giorno orrendo! Aimè! Ogni cosa fu ingojata. La frangente cacciò molto indietro sulla spiaggia una parte degli spettatori che l’umanità avea tirati avanti verso Virginia, e lanciò sul lido quel marinajo che avea voluto trarla, nuotando, a salvamento; egli, campato da certa morte, s’inginocchiò sull’arena, e: «Mio Dio, disse, voi mi avete salvato la vita; ma io l’avrei data di cuore perchè fosse salva quella degna fanciulla che non ha mai voluto spogliarsi.» Domingo ed io trassimo dalle onde l’infelice Paolo tramortito, a cui usciva il sangue dalla bocca e dalle orecchie. Il governatore lo affidò ai chirurghi, e noi ci diemmo a scorrere la spiaggia per vedere se mai il mare vi gittasse il corpo di Virginia; ma, essendosi repentinamente mutato il