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paolo e virginia 89

tro terra s’avanzava ruggendo per mezzo alle roccie, lanciando lungi la ghiaja; quindi al suo ritirarsi lasciava asciutta una gran parte del letto, rotolando seco i ciottoli con orrendo suono. Fra gli scogli si ammassava la schiuma dove era alta più di sei piedi, e, spazzata via a mano a mano dal vento, andava a spargersi lontano mezza lega sino alle falde dei monti. Quei fiocchi bianchi cacciati orizzontalmente pareano neve che uscisse dal mare. L’orizzonte dava tutti i segni di una lunga burrasca; vi si vedeva confuso il mare col cielo, donde staccandosi incessantemente certe nuvole d’orrenda forma, passavano sul nostro capo veloci quanto gli uccelli, nel mentre che alcune altre stavano immobili a guisa di grandi roccie. In niun angolo appariva l’azzurro del cielo, il quale non mandava altra luce che olivastra e pallida, di che tutto si tingeva ciò che appariva in terra, in mare ed in aria.

Nell’ondeggiare del vascello accadde, appunto come si temeva, che le gomene si ruppero, sicchè non avendo più ritegno, toltone un’ancora di sponda, fu lanciato sugli scogli discosto mezzo tratto d’ancora dalla riva: allora si levò fra noi un doloroso strido universale. Paolo volea gittarsi in mare; ma afferrandolo io per un braccio: «Figlio mio, gli dissi, volete lasciarvi la vita? Ah, lasciate, esclamò egli, lasciate che vada ad ajutarla o che muoja.» Vedendo noi che un affanno disperato lo acciecava, per tor via il pericolo che andasse a male, fu pensato di annodargli una corda ai fianchi, della quale Domingo ed io agguantammo un capo: egli si avanzò verso il Saint-Geran ora nuotando ed ora camminando su per gli scogli. Alcuna volta gli parve di poterlo raggiungere, chè il mare disordinato negl’impeti suoi lasciava di quando in quando il vascello quasi in secco, talchè uno avria potuto camminargli attorno, ma in quel che si avanzava Paolo pieno di speranza, l’onda ritornava più furente che mai ad investire co’ suoi cavalloni immensi tutto il vascello, levando in alto la carena, e gittando lo sciagurato Paolo sulla spiaggia colle gambe scorticate, col petto tutto livido e mezzo affogato.

Appena quel misero giovine potea riavere i sensi smarriti, si levava di nuovo, e con grandissimo ardore spingevasi alla volta del vascello; ma esso cominciava