Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
88 | paolo e virginia |
qua e là sulla spiaggia, e mandò in tutte le case vicine a pigliare viveri, tavole, corde e botti vuote. Si affollarono colà tosto gli abitanti de’ quartieri della Polvere d’Oro, del quartiere di Flaque e del fiume del Bastione, e dietro a loro venivano gli schiavi recando vettovaglie ed attrezzi d’ogni maniera. Da quella gente uscì un vecchio il quale, accostatosi al governatore, gli disse: «Signore, il monte ha mandato orrendi rumori tutta la notte, nel bosco tremano le foglie, sebbene non vi spiri vento; gli uccelli marini si riparano a terra, questi sono certamente tutti segni d’una tempesta. — Pazienza! amici cari, rispose il governatore, noi ce l’aspettiamo e senza dubbio anche il vascello se l’aspetta.»
Ed in vero ogni cosa dava a vedere essere imminente la tempesta. Le nubi che ci stavano sul capo erano negre in guisa spaventosa nel mezzo, tenendo all’intorno il color del rame, l’aria risuonava delle grida dei colombi di mare, delle fregate, dei fendiacqua e di cento altri uccelli marini, i quali ad onta del gran bujo, venivano da ogni banda a ricoverarsi nell’isola.
Intorno alle nove ore del mattino vennero dal mare mugghii spaventevoli somiglianti allo scrollo del tuono ed al rovinio d’un torrente. «Ecco la tempesta!» gridò allora ognuno; ed in quel punto un turbine violento portò via la nebbia che ricopriva l’isola d’Ambra ed il suo canale, sì che apparve netto il Saint-Geran. Vedevasi la sua coverta tutta piena di gente, abbassate tutte le antenne, e l’albero di gabbia, la bandiera ripiegata, quattro gomene lo tenevano da prora, ed una da poppa; egli avea dato fondo tra l’isola d’Ambra e la terra al di qua del cordone di scogli che circonda l’isola di Francia, attraversato da lui in un luogo dove niuno era passato in prima. La sua prora era rivolta al mare, ed a mano a mano che venivano le ondate ella si levava alto per modo che stava tutta in aria la carena, e nel tempo stesso la poppa si tuffava fino all’ultima fascia. Collocato il vascello in tale posizione dove il mare ed il vento lo spingevano verso terra, era grande fatalità, che non solo egli non potesse dare indietro, ma nemmeno, tagliate le gomene, lasciarsi gittare in secco, attesi gli scogli che lo tenevano disgiunto dal lido. Ogni onda che veniva a rompersi con-