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paolo e virginia | 85 |
dato licenza di porsi nel battello del piloto; ma che egli non aveva voluto permettere ch’ella partisse, per essere troppo lungo il tragitto, e per esservi in alto una grande ondosità, ad onta che non regnasse alcun vento.
Finita la lettura di quella lettera, tutta la famiglia piena di gioïa gridò: «Virginia è arrivata!» Padrone e servi si abbracciavano per tenerezza. La signora De la Tour disse a Paolo: «Figlio, andate ad avvertire il nostro vicino che Virginia è arrivata.» Allora Domingo accese prontamente una fiaccola di legno-tondo, e con lui venne Paolo a casa mia.
Erano forse le dieci ore della sera, ed avendo io spento in quel punto la mia lucerna, mi era posto a letto, quando vidi fuori delle fessure dell’uscio una luce nel bosco poco appresso intesi chiamarmi, e conobbi la voce di Paolo. Mi alzo, mi rivesto in fretta, ed ecco che Paolo fuor di sè e tutto ansante mi balza al collo, dicendo: «Su, su, andiamo, è arrivata Virginia! Andiamo al porto, chè all’alba il vascello vi darà fondo.»
C’incamminammo senza più, ed al passare i boschi del monte Lungo, avendo noi già presa la strada che dai Pamplemussi conduce al porto, udii il calpestìo di qualcuno che veniva dietro di noi. Era un moro che andava frettolosamente; quando arrivò a noi, io lo richiesi d’onde venisse e dove andasse con sì gran fretta: «Vengo, mi rispose, dal quartiere della Polvere d’Oro; sono spedito al porto per dare avviso al governatore che un vascello francese ha dato fondo presso l’isola d’Ambra, e che dà segno col cannone d’aver bisogno di soccorso perchè il mare è perverso assai.» Ciò detto, quell’uomo seguitò premurosamente il suo cammino. Io dissi a Paolo: «Andiamo ad incontrarla al quartiere della Polvere d’Oro; quel luogo non è lontano di qui altro che tre leghe.» Volgemmo dunque i passi verso il nord dell’isola. Il caldo era soffocante, tre grandi cerchi neri stavano intorno alla luna, levata allora; il resto del cielo orrendamente fosco. Al lume degli stessi lampi si vedevano lunghe file di nuvole nere e densissime occupare tutta l’isola, venendo via basse e con un moto rapidissimo, sebbene a terra non facesse alcun vento. Nell’andare ci parve di udire strepito di tuono lontano; ma, dando attento orecchio, si