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82 | paolo e virginia |
speranze. Le passioni calde spingono sempre l’anima agli estremi opposti. Il giorno appresso Paolo tornava da me, abbattuto dalla mestizia, e dicevami: «Virginia non iscrive... ma se ella fosse partita d’Europa mi avrebbe pure avvertito della sua partenza. Ah! le voci che abbiamo udite sono pur troppo veraci! Sua zia l’ha sposata ad un gran signore, l’amore della ricchezza l’ha guasta come le altre. In que’ libri che dipingono così al vivo le donne di colà, la virtù non è altro che fola da romanzi. Ah! se Virginia fosse stata virtuosa non avrebbe abbandonata sua madre e me; mentre io mi struggo pensando a lei, ella mi ha già dimenticato. Io mi accoro, ed ella si diverte: ah! questo pensiero mi mette alla disperazione. Ogni lavoro mi viene a noja, ogni società m’infastidisce. Ah! volesse il cielo che vi fosse guerra alle Indie: io anderei colà a morire.
— Deh, figliuol mio! io gli risposi, il coraggio che ci spinge a morire è coraggio d’un momento, riscaldato spesse volte dal vano applauso degli uomini. Ve n’ha uno più bello e necessario, che ci fa sopportare tuttodì senza testimoni e senza elogio le avversità della vita: esso è la pazienza; questa non è fondata nell’opinione altrui, o sull’impulso delle nostre passioni, ma nella volontà di Dio. La pazienza è il coraggio dell’uomo che ha virtù.
— Ah! esclamò egli, io sono dunque senza virtù affatto, perchè tutto mi costerna, tutto mi dispera.
Io ripigliai: «Una virtù sempre uguale, costante, invariabile non è umana dote. In mezzo alle tante passioni onde siamo combattuti, la nostra ragione vacilla qualche volta e si spegne; ma vi sono certi fari ove noi possiamo riaccenderla, e sono le lettere. Le lettere, figliuol mio, sono un soccorso del cielo. Esse sono raggi di quella sapienza che governa l’universo, e l’uomo, ispirato da un’arte celeste, ha trovato modo di arrestare questi raggi sulla terra. Come i raggi del sole danno esse lume, calore ed allegrezza: sono esse un fuoco divino, ed a guisa del fuoco assoggettano la natura tutta al nostro uso. Per loro noi chiamiamo d’intorno a noi medesimi le cose, i luoghi, gli uomini ed i tempi esse ne richiamano ad una vita ordinata, esse calmano le passioni, reprimono i vizii, e rincorano la virtù cogli esempi chiari degli uomini che l’hanno