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76 | paolo e virginia |
blime suo scolaro Platone fu cacciato in bando da quello stesso principe che lo proteggeva: e prima di quelli, Pitagora, umano fin verso gli animali, fu arso vivo dai Crotoniati. Ma che vo’ io narrando? La fama stessa di quasi tutti quegli uomini illustri è arrivata a noi macchiata da qualche tratto satirico, onde vengono caratterizzati, poichè l’umana ingratitudine gode di riconoscerli a tali vergognosi contrassegni; che se la gloria di qualcheduno fra i molti è giunta fin qui chiara e pura, ciò è avvenuto per aver que’ tali passata la vita fuori dal consorzio de’ loro coetanei, a quella guisa che in Grecia ed in Italia si traggono dal terreno intatte le statue, perchè stando sotterra hanno potuto sottrarsi al furore de’ barbari.
Voi vedete dunque che per fare acquisto della procellosa fama letteraria bisogna avere un gran capitale di virtù, ed essere anche presti a sagrificare la propria vita. E dopo tutto ciò, credete voi che i ricchi facciano stima di questa fama? Essi non volgono neppure lo sguardo all’uomo di lettere, a cui la dottrina non arreca nè dignità, nè governo, nè accesso a corte. Tutto si vede con occhio indifferente in questo secolo, la fortuna sola ed i piaceri sono cercati avidamente, ma i lumi e la virtù non conducono a nessuna onoranza, perchè lo stato ha posto a prezzo d’oro ogni cosa. A’ passati tempi le cariche ecclesiastiche, gli offici della magistratura e quei del governo erano premio delle scienze; oggi esse non possono che fare libri. Ma questa facoltà, tuttochè disprezzata dal mondo, è niente meno degna della sua origine celeste. Egli è officio speciale di quei libri medesimi il porre in onore la virtù celata, il consolare gl’infelici, l’illuminare le nazioni, ed il dire il vero perfino ai re; è questo, senza dubbio, il più augusto incarico con cui possa il cielo onorare un mortale sulla terra. Qual sarà lo scrittore che, ingiustamente trascurato da coloro che hanno in mano i beni della fortuna, non si consoli, pensando che l’opera sua anderà di secolo in secolo e di nazione in nazione a muovere guerra eterna all’errore ed alla tirannia, e che dall’oscuro luogo ove menò la vita, uscirà tal nome, presso cui saranno un nulla quelli di quasi tutti i re, dei quali i monumenti cadono nell’obblio, ad onta degli adulatori che li hanno levati al cielo con ogni lode?