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68 | paolo e virginia |
correrlo co’ miei consigli, a quella guisa che il passeggiere tende la mano ad uno sciagurato che affoga in un torrente, ma, tranne l’innocenza, io non ho mai trovato chi ascolti le mie parole, invano la natura richiama a sè l’uomo; ognuno se la raffigura consentanea alle proprie passioni, e corre tutta la vita dietro a questa falsa immagine, e si smarrisce, attribuendo poi al cielo quell’inganno che da sè stesso si è fabbricato. Fra i molti infelici che ho tentato qualche volta di ricondurre alla natura, io non ne ho trovato pur uno che non considerasse con grandissima affezione le proprie miserie. Davano tutti dapprima attentissimo orecchio alle mie parole, aspettandone ajuto per venire in fama o per acquistare ricchezza; ma quando s’avvedevano che io non voleva altro mostrar loro fuor che la via di farne senza, pareva ad essi che io stesso fossi un miserabile, non procacciando la sciagurata loro felicità; disapprovavano il mio vivere solitario; affermavano d’essere essi soli apportatori di utilità all’uman genere e facevano ogni potere per ravvolgermi nel vortice loro.
Ma sebbene io mi offra a tutti, non mi abbandono però a nessuno.
Sovente io servo d’istruzione a me medesimo, scorro coll’occhio, ora quieto, quelle vanità che a’ dì passati tennero in agitazione la mia vita, e che ho apprezzato cotanto; la protezione, la ricchezza, la rinomanza, i piaceri e quelle opinioni che sono sempre fra loro a battaglia su tutta la terra. Ho veduto tanti uomini contendersi da furibondi cotali chimere, i quali ora non sono più: io gli assomiglio alle onde del mio fiumicello che rompono e spumano incontro ai sassi che stanno sul fondo, e svaniscono sul momento per non tornare indietro più mai. Quanto a me, lascio portarmi in pace dalla corrente del tempo all’oceano di quell’avvenire che non ha più confine di sponda; e dallo spettacolo che mi offre l’armonia della natura, mi fo scala al mio autore, sperando in un altro mondo una miglior sorte.
Sebbene dal mio romitaggio, posto nel mezzo d’un bosco, non si veda quella quantità di oggetti che appare nel luogo elevato dove ora noi siamo, vi sono tuttavia certe combinazioni ben care ad un uomo qual