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paolo e virginia 59

«Se almeno, disse Paolo, avessi potuto salutarla al suo partire, io sarei adesso più quieto; io le avrei detto: Virginia, se mai nel tempo che abbiamo vissuto insieme, mi fosse sfuggita una qualche parola che vi avesse offesa, prima di abbandonarmi per sempre, assicuratemi che me la perdonate. Le avrei detto: Giacchè io non posso rivedervi mai più, addio! mia cara Virginia! addio! vivete lungi da me contenta e felice!» E vedendo che sua madre e la signora De la Tour piangevano: «Ora, disse, potete cercare qualche altro che asciughi le vostre lagrime»; e si allontanò da loro mettendo gemiti dolorosi; ed errando qua e là, cercava tutti i luoghi che furono prediletti da Virginia: «Che volete da me diceva alle sue capre ed ai capretti che lo seguivano belando; che mi chiedete? voi non rivedrete mai più con me colei che vi dava a mangiare nelle sue mani». Salì al riposo di Virginia, ed al vedere gli uccelli che gli giravano attorno, gridò: «Ah cari uccelli! voi non andrete più incontro a quella che vi nodriva con tanto amore». Vedendo Fedele che fiutava qua e là, e gli andava innanzi braccando, disse a lui sospirando: «Ah! questa volta tu non puoi ritrovarla più, vedi». Finalmente fu a sedersi sullo scoglio dove le aveva parlato la sera avanti, ed all’aspetto del mare entro a cui aveva veduto sparire il vascello che l’aveva portata via, pianse dirottamente; ma noi lo seguivamo sempre dappresso, temendo non forse l’agitazione dell’anima sua cagionasse qualche funesta conseguenza. Sua madre e la signora De la Tour lo pregavano che non volesse accrescere il loro travaglio colla sua disperazione; finalmente potè questa calmarlo, chiamandolo coi nomi più convenienti a ridestare le sue speranze, lo diceva suo figlio, il caro suo figlio, il suo genero, quegli infine a cui intendeva di dare la figlia sua. Per questa via ella lo indusse a rientrare in casa ed a pigliare un po’ di cibo: si pose egli a tavola con noi, presso il sito che soleva occupare la compagna della sua fanciullezza, e quasi ch’ella si trovasse colà presente le parlava, e le metteva innanzi le vivande che sapeva essere a lei più grate; ma come s’avvedeva dell’error suo, piangeva da capo. Ne’ giorni vegnenti, egli raccolse tutto quello che aveva servito particolarmente