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56 | paolo e virginia |
De la Tour gli disse: «Figliuol mio, se voi ne abbandonate che sarà di noi?» Egli disse allora tremando: «Figliuol mio?... figliuol mio?... Voi mia madre? voi che separate il fratello dalla sorella? Noi abbiamo succhiato ambedue il vostro latte; allevandoci ambedue sui vostri ginocchi, voi ci avete insegnato ad amarci, noi ci siamo amati, e mille volte l’un l’altro ce l’abbiam detto: ora voi l’allontanate da me! La mandate in Europa, in quel paese barbaro che vi ha negato un asilo, e in casa di quegli stessi crudeli parenti che vi hanno abbandonata. Mi direte forse: Voi non avete diritto su lei, chè non è altrimenti vostra sorella. Ella è tutto per me, la mia famiglia, il mio stato, tutto il mio stato, tutto il mio avere. Io non ho altro al mondo. Noi abbiamo avuto un sol tetto, una sola culla, ed avremo una tomba sola. S’ella parte bisogna ch’io vada seco. Me lo impedirà il governatore? Mi impedirà egli ancora di lanciarmi in mare? Io le terrò dietro a nuoto. Il mare non potrà essermi più nemico della terra. Giacchè mi è tolto il vivere qui presso di lei, morirò almeno sotto gli occhi suoi e lontano da voi, madre spietata! Donna inumana! possa quell’oceano, a cui l’affidate, non restituirvela mai più! Possano le sue onde gittare su queste spiagge il mio corpo, e rotolandolo insieme col suo fra i sassi portarveli ai piedi, dandovi il rammarico eterno d’aver perduti i figli vostri!»
Io corsi a lui, e lo strinsi fra le mie braccia, vedendo che la disperazione gli toglieva il senno. Gli occhi suoi scintillavano; il sudore scorreva a gran gocce giù pel viso suo infuocato; tremavano le sue ginocchia, ed io sentiva che il suo cuore batteva rapidissimamente nel caldo petto.
Virginia, spaventata, gli disse: «O amico mio! in nome dei piaceri della nostra tenera età, in nome de’ tuoi guai e de’ miei, in nome finalmente di tutto ciò che deve unire per sempre due infelici, io ti prometto, se rimango, di non vivere che per te solo, e se parto, di tornare un giorno per essere tua. Io lo giuro, e siatene testimoni voi che avete custodita l’infanzia mia, e che disponete ora della mia vita; voi che vedete il mio pianto, io lo giuro pel cielo che mi ascolta, per quel mare che deve portarmi, per l’aria che respiro, e che non ho mai contaminata d’alcuna menzogna.»