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mento ch’ella portava, come parea, suo malgrado, concorreva a rendere più commovente il suo languore. Non si poteva vederla nè udirla senza averne pietà. Paolo si contristò maggiormente. Margherita, vedendo con gran pena a che partito era condotto il figlio, lo tirò in disparte, e gli disse: «A qual pro, figliuol mio, andavi tu pascendoti di vane speranze che fanno ancora più amare le privazioni? Egli è tempo ch’io ti sveli un segreto tuo e mio. La giovinetta De la Tour appartiene, dal lato di sua madre, ad una parente ricca e di alta condizione; ma, in quanto a te, sappilo, tu non sei altro che il figlio di una povera villana, e, quel ch’è peggio, tu sei bastardo.» Questa parola bastardo fece una grande specie a Paolo: egli non l’avea mai udita pronunciare. Ne dimandò spiegazione a sua madre, la quale gli rispose: «Tu non hai avuto padre legittimo; essendo io fanciulla, l’amore mi fece cadere in una debolezza, e da quella tu derivasti; il mio fallo ti ha tolta la parentela paterna, ed il mio pentimento ti ha allontanato dalla materna. Sciagurato! tu non hai altri parenti al mondo tranne me sola.» E si diede a lagrimare. Paolo, stringendola fra le sue braccia, le disse: «O madre mia! giacchè io non ho altri parenti che voi al mondo, io vi amerò ancor più. Ma oimè! che è questo segreto che voi mi rivelate? Veggo ora perchè da due mesi la giovinetta De la Tour si è alienata da me; veggo perchè si determina oggi ad abbandonarmi affatto. Ah sicuramente ella mi disprezza!»

Essendo giunta l’ora della cena, tutti s’assisero a tavola, ed agitato ognuno da passioni diverse, mangiò poco e stette in silenzio. Virginia s’alzò prima degli altri, e venne a sedersi precisamente nel sito dove ora siamo noi. Paolo le tenne dietro, e si pose vicino a lei. Tacquero ambedue alquanto. Era una di quelle notti deliziose, che non sono rare nei paesi situati fra i tropici. Nessun pennello potrebbe ritrarne la bellezza: appariva la luna in mezzo al cielo adombrata da una cortina di nuvole, che a mano a mano fuggiva davanti al suo splendore. La sua luce spandevasi sulle montagne dell’isola e sulle loro punte brillanti d’un verde argentino. Tacevano i venti del tutto. Il bosco, le valli, la cima degli scogli, tutto era animato dal mormorío degli uccelli, che si festeggiavano nei loro nidi ral-