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36 | paolo e virginia |
con un orribile strepito. Paolo, che nuotava come un pesce, s’avanzava qualche volta sulla spiaggia incontro ai fiotti, ed al loro appressare retrocedeva rapidamente, minacciato dai grandi archi spumanti e ruggenti che lo inseguivano lungo tratto sulla sabbia. Ma al veder questo, Virginia metteva un acuto strido, chè quel giuoco, diceva ella, le faceva troppo paura.
Dopo il nostro desinare quei due fanciulli cantavano e ballavano: Virginia cantava sulla felicità della vita campestre e sugli infortunii dei naviganti spinti dall’avarizia ad affidarsi sopra un elemento furibondo, invece di coltivare la terra, la quale somministra pacificamente cotanti beni.
Alcuna volta, di concerto con Paolo, ella esprimeva per via di gesti qualche fatto all’usanza dei mori. La pantomima è il primo linguaggio dell’uomo: essa è conosciuta da tutte le nazioni, ed è sì naturale presso i mori e cotanto espressiva, che i fanciulli dei bianchi l’imparano prestissimo vedendola eseguita dai fanciulli mori. Virginia, avendo a memoria quei fatti che le aveano fatto maggiore impressione fra le storie lette da sua madre, li rappresentava con una grande semplicità. Al suono del tamtam di Domingo ella si presentava talora portando un’anfora sul capo, e si appressava timidamente ad un fonte vicino, mostrando di volervi attingere acqua. Domingo e Maria, rappresentando i pastori madianiti, le vietavano l’accesso, e fingevano di respingerla; Paolo accorreva a darle soccorso, metteva in fuga i pastori, prendeva l’anfora di Virginia, e nel riporgliela sulla testa, la coronava dei fiori della pervinca, che davano grande risalto al suo candore. Allora faceva anch’io la mia parte, e rappresentando il personaggio del sacerdote Raguele, dava in moglie a Paolo mia figlia Sefora.
Un’altra volta ella era la sventurata Rut che se ne torna vedova e povera nella sua terra, dove per la lunga assenza è tenuta straniera. Domingo e Maria facevano da mietitori; Virginia fingeva di spigolare qui e qua dietro a loro qualche spiga. Paolo, vestendo la gravità patriarcale, l’interrogava; rispondeva ella umilmente alle sue domande, ed egli, impietosito, concedeva ospitalità all’innocenza ed asilo alla sventura: versava molto grano nel grembiale di Virginia, e quindi