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34 | paolo e virginia |
ovvero al soffiare del vento che portava il mormorío lontano delle onde infrante alla spiaggia, e ringraziavano Dio della propria loro sicurezza, resa più cara dall’idea del pericolo lontano. Di quando in quando la signora De la Tour leggeva a tutti qualche passo affettuoso della Scrittura. Poco essi discorrevano su que’ libri sacri, perchè la loro teologia era, come quella della natura, tutta sentimento, e la loro morale tutta azione come quella del Vangelo. Non v’erano per loro giorni destinati alla gioja ed altri alla tristezza: ogni dì era festivo per essi, ed il luogo dove si trovavano era tempio di Dio, in cui ammiravano continuamente un intelletto infinito, onnipossente ed amico dell’uomo: questo sentimento di confidenza nel potere supremo li ricolmava di consolazione rispetto al tempo andato, di coraggio nel presente, e di speranza per l’avvenire. Ecco come quelle buone donne, costrette dalla fortuna a ricoverare in grembo della natura, avevano armato sè stesse ed i loro figli di que’ sentimenti che la natura infonde all’uomo perchè abbia difesa contro la fortuna. E perchè sorge qualche volta una nebbia a turbare l’anima più serena, se avveniva mai che taluno di quella società apparisse malinconico, tutti gli altri gli erano attorno, e dissipavano ogni suo amaro più assai coll’espressione del cuore che per via di ragionari; ed in questo adoperavasi ciascuno come poteva: Margherita con una vivace giovialità, la signora De la Tour con una teologia dolce. Virginia metteva le sue tenere carezze, Paolo la franchezza naturale e la cordialità, Maria e Domingo accorrevano anch’essi, e si affliggevano se vedevano uno afflitto, e piangevano se taluno piangeva: così le piante deboli intrecciano insieme i loro rami per resistere alla bufera.
Nella bella stagione andavano tutti la domenica a messa alla chiesa dei Pamplemussi, di cui vedete il campanile laggiù nella pianura. Capitavano colà, portati sul palanchino, alcuni ricchi abitanti, i quali più volte mostrarono desiderio d’imparare a conoscere quelle famiglie fatte cotanto alla buona e d’invitarle a qualche divertimento. Ma esse ricusarono sempre, con gentilezza e rispetto, cotali offerte, persuase che i potenti non chiamano a sè i deboli, che per avere attorno chi vada loro a’ versi, e che non si può far