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28 paola e virginia

brilla un verde sì vivo; toglieva datteri di quest’isola che danno un frutto di pasta zuccherina colla fragranza del fior d’arancio. Cotali piante già adulte le poneva intorno a questo recinto. Vi aveva sparsi dei semi di arboscelli che danno frutti e fiori sul secondo anno, come sarebbe l’agati, intorno al quale vedi penzolare lunghi grappoli di fiori bianchi a guisa dei cristalli d’una lumiera. Il liliaco di Persia che spinge alto i suoi pennacchi grigi, il papaja che col suo tronco nudo di rami pare una colonna tempestata di meloni verdi, ed ha in cima un capitello di larghe foglie simili a quelle della ficaja. Vi aveva sparso eziandio semenze e nocciuoli di terminali, di mangifere, di palsifere, di psidii, di certa specie di fichi detta aretocampi e di eugenie; quasi tutte queste piante davano già al loro giovine padrone ombra e frutti. La sua mano instancabile aveva indotta la fecondità fin ne’ luoghi più sterili di questa chiostra: su per le negre cervici di quegli scogli ingrandivano varie specie di aloe, la rachetta carica di fiori gialli vergati di rosso, il cacto spinoso, e parevano emulare le liane cariche dei loro fiori rossi e turchini, che penzolavano qua e là dal pendio del monte. Egli aveva ordinato questi vegetabili in guisa che si potevano veder tutti in un batter d’occhio. Nel mezzo di questo bacino avea poste le erbe che poco si levano da terra, quindi gli arbusti, e dietro a quelli le piante mezzane; pose in ultimo gli alti alberi, e con essi tutto rinchiuse, dimodochè questo vasto recinto somigliava, veduto dal suo centro, ad un anfiteatro sparso di verzure, di frutti e fiori, d’erbaggi, con alcune strisce di prato e campicelli di riso, od altra biada; ma facendo servire quei vegetabili al suo ordinamento, egli non si era già discostato da quello della natura; guidato dagli additamenti di lei, aveva collocato ne’ siti eminenti tutto ciò che produce semi volatili, e presso alle acque, quelle piante onde le semenze sono fatte per galleggiare; per tal modo ogni vegetabile veniva nella situazione sua propria, ed ogni situazione riceveva naturale abbellimento dal suo vegetabile. Le acque che qui cadono dalle cime di quelle roccie, si adunavano in questo seno, e vi formavano dove una fontana, e dove un laghetto, in cui specchiavansi i fiori, gli alberi, i massi ed il cielo azzurro.