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Quella donna inumana fu in breve raggiunta dal meritato castigo. Molti vascelli arrivati di poi recarono che era agitata da tormentosi e fantastici mali, che le facevano avere in orrore la vita e la morte. Talora accusava sè stessa del fine immaturo di quella giovinetta e della conseguitata morte della madre, e talora invece lodava il proprio divisamento di ributtare due sciagurate che aveano, com’ella diceva, coperto d’infamia tutto il casato colle basse loro tendenze. Infuriava alcuna volta al vedere il gran numero de’ poveri onde formicola Parigi: — E perchè mai, gridava, non si cacciano tutti quanti cotesti oziosi a morire nelle colonie? Che mi vanno mai nojando con queste favole d’umanità, di virtù, di religione? Sono tutti i trovati della politica di chi governa. — Quindi abbandonandosi tutto ad un tratto all’eccesso contrario, davasi in preda a pensieri superstiziosi che la riempivano d’un mortale spavento. Mandava allora generose limosine a ricchi frati, che dirigevano la sua coscienza, pregando che volessero ottenerle il perdono di Dio mediante il sacrificio delle sue ricchezze, quasi che il padre degli infelici potesse aggradire ciò che a quelli ella aveva negato. Spesso il suo immaginare disordinato le metteva innanzi campi di fuoco immensi, montagne coperte di fiamme, per entro alle quali orridi spettri s’aggiravano, e la chiamavano a sè con urli orribili: correva allora a gittarsi ai piedi de’ suoi spirituali direttori, nè ad altro poteva pensare che a mostri, a fuoco, a tormenti, imperciocchè il cielo, il giusto cielo ingiugne ai cuori duri religioni piene di spavento.

Così trasse quella triste femmina gli ultimi anni suoi ora empia ed ora superstiziosa, avendo in orrore del pari la morte e la vita; ma lasciò finalmente un vivere sì misero, e le fu tolto dalla sua durezza medesima. Crucciata al vivo dal pensiero che le sue ricchezze doveano andare, dopo la sua morte, a far felici certi parenti ch’ella odiava, tenne modo di deluderli con una vendita di quasi tutto il suo avere: ma quelli, mettendo in campo certe stravaganze cagionate in lei da’ suoi fantastici mali, la fecero giudicar pazza, e, rinchiusa come tale, fu l’aver suo tutto posto sotto custodia. Così venne tradita dalle sue ricchezze medesime,