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100 | paolo e virginia |
teressato; quindi sacri erano i vostri diritti, nè vi poteva essere ricchezza niuna al mondo che li controbilanciasse. L’avete perduta; ma questo non è avvenuto nè per la vostra imprudenza, nè per avarizia, nè per un falso vedere. Iddio ve la toglie, servendosi per ciò delle altrui passioni: Iddio, dal quale vi è derivato ogni cosa, che vede quello che fa per voi: Iddio che vi fa ora franco dal pentimento e dalla desolazione che accompagnano la sciagura allorchè vi abbiamo avuto parte. Io non ho meritata questa disgrazia, ecco quello che voi potete dire.
«Ma è egli forse il duro infortunio di Virginia quel che vi tocca? commiserate forse la morte sua e l’essere suo presente? Ella non ha incontrato altro che la sorte destinata alla grandezza, alla beltà, agli imperi. La vita dell’uomo con tutte le sue macchinazioni sorge come una torre sul cui fastigio siede la morte. Non era Virginia condannata a morire fin dal suo nascere? E non fu a lei forse gran sorte l’uscir d’impaccio prima di sua madre, prima di Margherita, prima di voi, sfuggendo per tal modo molte morti, che avanti l’ultima avrebbe dovuto incontrare?
La morte, figliuol mio, è per tutti gli uomini un vero bene; dessa è la sera di questo giorno travagliato, che chiamano vita. Il sonno della morte mette fine per sempre alle malattie, ai dolori, agli affanni, ai timori, ond’è sempre combattuto lo sciagurato viver nostro. Ponete mente alla sorte di quelli che sono riputati felici; intenderete che cosa è quella loro felicità ed a che prezzo l’han comperata; per acquistar gli onori rinunciarono alla domestica pace, ammassarono ricchezze a costo della salute; il piacere rarissimo dell’essere amati sel procacciarono con grandi e continui sagrifizii e spesso sul finire di una vita tutta consacrata all’altrui utilità s’avvedono di non avere intorno altro che falsi amici e parenti ingrati. Ma quanto a Virginia, ella non fu mai altro che felice: lo fu stando qui con noi a godere dei beni della natura; lontano rendevala felice la sua virtù, e felice fu perfino nel terribile momento in cui la vedemmo perire, perciocchè o mirasse la colonia tutta crucciarsi per lei, o mirasse voi correre intrepido per darle ajuto, non potè vedere altro se non d’essere carissima ad ogni per-