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paolo e virginia | 95 |
ogni studio intorno a lui ed intorno a quelle donne, ci disse che per cavarle da quella nera malinconia bisognava lasciar che facesse tutto quello che gli talentava senza contrariarlo mai, non essendovi, come egli affermava, che quest’unico mezzo per vincere quel suo ostinato silenzio.
Risolsi d’abbracciare questo consiglio, e siccome appena quel misero si sentì in forza si tolse via tosto della casa, non levandogli io mai l’occhio d’addosso, mi posi a seguirlo, ordinando a Domingo di portar seco qualche cosa da mangiare e di tenerci dietro. A mano a mano che scendeva da questo monte pareva che tornasse in lui la gioja ed il vigore. S’avviò primamente verso la chiesa dei Pamplemussi, e come fu al viale dei bambù si dirizzò al luogo dove la terra era smossa di fresco; ivi s’inginocchiò, ed alzati gli occhi al cielo, fece orazione un pezzo. Da questo passo io pronosticai bene della sua guarigione, poiché questo contrassegno di fidanza in Dio dava a vedere che le sue idee andavano ripigliando il loro ordine naturale. Levatosi di là, s’incamminò alla volta del nord dell’isola senza badare a noi. Sapendo io ch’egli ignorava non solo il luogo dove era stata sotterrata Virginia, ma persino se l’avessero o no tratta dal mare, volli domandar perchè avesse fatto orazione colà fra quelle piante. Rispose: «Vi andavamo sì spesso!» Proseguì il suo cammino fino al bosco, dove ci fu addosso la notte. Io mi posi a mangiare per indurlo a fare lo stesso, ed ottenuto il mio fine, ci ponemmo a dormire sull’erba al piè d’un albero. La mattina vegnente io sperava che tornasse indietro. Tenne in fatti l’occhio fisso alquanto verso la pianura, ed osservando la chiesa dei Pamplemussi ed i suoi lunghi viali di bambù: accennò con un certo moto di voler tornare laggiù; ma tutto a un tratto si cacciò invece nel bosco, volgendo i passi verso il nord. Conobbi il suo pensiero, e mi forzai di levarglielo dal capo, ma invano: arrivammo dunque verso il mezzodì al quartiere della Polvere d’Oro, ivi egli calò giù precipitosamente fino alla riva del mare, rimpetto al luogo dove fu sommerso il Saint-Geran, ed al vedere l’isola d’Ambra ed il suo canale quieto allora e liscio come uno specchio, gridò: «Virginia! o mia Virginia!» e cadde svenuto. Lo portammo