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paolo e virginia 93

duto in quella giovinetta tutto quanto essa aveva di più caro. Nel porto i vascelli avevano posto le antenne in croce, ripiegate le bandiere, e sparavano di tratto in tratto il cannone. Al suono lugubre di tamburi coperti di velo nero andava innanzi alla processione una compagnia di granatieri, i quali portavano gli archibusi abbassati, e si vedevano tutti conturbati in viso per questa disgrazia quegli stessi guerrieri che intrepidi avevano già affrontata la morte nelle battaglie. Otto giovinette delle primarie case dell’isola, vestite di bianco, con in mano rami di palma, portavano il corpo della loro virtuosa compagna su d’una bara tutta coperta di fiori. Venivano appresso molti fanciulli cantando inni a coro; seguivano quelli tutte le persone graduate dell’isola, tanto nell’ordine civile, quanto nel militare, ultimo veniva il governatore, e dietro a lui il popolo in folla.

Ecco in qual modo fu ordinato quel funerale dal governo dell’isola per onorare in qualche maniera la virtù di quella giovinetta. Ma quando la bara giunse alle falde di questo monte, rimpetto a queste capanne, già liete della presenza di quella giovinetta, e desolate quindi per la sua morte, tutta l’ordinanza del funerale fu scomposta: il canto funebre cessò, e le orazioni furono interrotte, nè più altro s’udì che sospiri, singhiozzi e lamenti. Vedevansi accorrere dai dintorni le giovinette, le quali, affollandosi intorno alla bara, facevano toccare a quella fazzoletti, rosari e corone di fiori, raccomandandosi a Virginia non altrimenti che ad una santa. Le madri domandavano a Dio una figlia uguale a lei: i giovani un’amante così costante, i poveri una amica sì pietosa, gli schiavi una padrona cotanto umana. Giunto il corpo al luogo della sepoltura, si avvicinarono alcune more del Madagascar ed alcuni cafri del Mosambic, e secondo l’usanza delle loro contrade, chi depose intorno alla fossa canestri di frutti, e chi appese lembi di drappo agli alberi circostanti; si videro indiane del Bengala e delle coste del Malabar recare gabbie piene di uccelli, ai quali diedero la libertà sul corpo di Virginia; tanto duole ad ogni nazione la perdita di un amabile oggetto! e tanto può la virtù sventurata che tutte le religioni s’accordano ad onorare la sua tomba.