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pazzata in traccia della felicità, ma non altramenti il faceva del peregrino, che ignaro del verace sentiero, che lo conduca alla meta del suo viaggio, mova per opposta parte i suoi passi, e quindi tanto più da quella si slontani, quanto più di aggiungervi si affretti.

Già il Sole calava all’Occidente, e l’umida notte s’apparecchiava a coprire le cose del tenebroso suo velo. Densi vapori s’alzavano d’ogn’intorno, e cominciavano ormai ad oscurare il cielo di nubi procellose, che forme stravaganti, ed orribili fingendo di chimere, e di larve, facevano impallidire la rosea guancia della semplice, e timorosa villanella. I venti chiusi nelle loro spelonche tacevano, e persino la mobile fronda del candido pioppo non susurrava agitata dall’aura la più lieve. Il gregge mesto, e pauroso riducevasi all’ovile, non stimolato dalla verga temuta, ma per cercarvi un asilo, e l’amorosa rondinella volava impaziente al caro suo nido per rinfrancar nel periglio la tremante sua prole. La profonda quiete era soltanto turbata dal rauco muggito del tuono, che l’eco delle pietrose montagne abitatrice, ripetendo prolungava. I culti campi, gli erbosi pratelli, le ombrose convalli, tutti infine i dintorni eransi can-