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gegno, ed in sensibilità di animo, abbia da essere condannato dopo brev’ora di vita a ritornare eternamente nel silenzio del nulla.

Ma lasciando di più ragionare dell’ambizione, veniamo ora ad esaminare la non men forte, e più comune passione, che nasce dal bisogno d’amare, ed osserviamo prima di tutto, siccome cangi d’essenza, e di nome col cangiare d’oggetto. Dessa per lo più amore si chiama, quando fra esseri della stessa spezie, e di sesso diverso s’alimenti, ed amicizia, se al medesimo sesso appartengono. Quello a guisa di tarlo irrequieto con sorda lima i nostri cuori corrode, e quasi foco febbrile gli agita, e tormenta; questa invece sparge di un balsamo soave le piaghe aperte dall’avverso destino, e qual scorta fedele, e discreta ci guida al tempio della virtude per istrada più agevole, e meno iscoscesa. E siccome a mal esperto nocchiero, che pur voglia commettersi alla balia dell’onde, ed al furor degli Aquiloni, quantunque tenue conforto, speri trar nel periglio dalla poca sua scienza, siccome giova l’additargli piuttosto quali secche abbia ad ischivare, e da quali scogli debba più star lontano, anzichè indicargli qual piaggia sia più ridente, e qual città più popolosa; non altramenti amo

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