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indugino a sovvenire la patria di que’ soccorsi, che in atto dolcemente imperioso loro domanda, e non riedano fra i cari suoi amplessi, se non cinti d’alloro pegno della vittoria, e d’onorate cicatrici coperti non dubbj testimonj del loro valore. Rafforzino sempre più i loro animi cogl’illustri esempli de’ trapassati. Che se benaugurato fremito scuoterà loro le fibre nel leggere le gesta degli uomini in guerra famosi, che se l’alto proposto faranno con esso loro di non omettere sforzo alcuno per imitarli, forse che loro pur sarà dato di vedere un giorno i loro nomi scritti nell’immortale volume della fama.

Ma se debole complessione, o civili riguardi non permetton loro di battere sì nobile carriera, e pur nutrano nel seno l’irrequieta brama di gloria, rivolgano tosto tutte le loro sollicitudini alle più miti arti liberali, alle scienze severe, o alle sante lettere, che queste, e quelle spargono di fior sempre verdi, e tornar fanno ai loro solerti cultori, oltre il natural costume deliziosa, ed amena l’umana condizione. Oh com’è degna d’invidia la sorte di quegli esseri gentili, che sino dagli anni più teneri si consacrano al culto delle vergini Muse, e della dotta Minerva! S’egli è vero, che la


vita