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i ferrati scrigni di pallid’oro ridondino. Come le più saporite vivande, che servongli d’alimento, cangiansi in succhi corrotti, così gli oggetti li più graditi altro non fanno, che accrescere la sua sciagura. Ben sai quanto impercettibili siensi le anella, che la nostra anima al corpo congiungono, e ben ti è nota la stretta relazione che fra l’una, e l’altro vi passi, onde poterne agevolmente dedurre, quanto rilevi a render quella felice, il vigore, e l’equilibrio di questo. Quindi conoscerai quanto mal consigliati siensi que’ giovanetti, che vanno superbi di loro scostumatezze, ed osan poi accagionare natura di que’ mali, che alla loro disordinata condotta dovrebbero soltanto rimproverare. Agli occhi del saggio, dessi sono oggetto miserabile di pietà, non sapendo come trarli del fango in cui stannosi sepolti, poichè ostinati sono in non volersi guardare, quasi pur temessero di finalmente conoscere, quanto lontani si trovano dal vero cammino, che conduce alla felicità.

E da queste passioni a quella passando, che c’induce ad amar le ricchezze, io converrò volentieri, che non si potrà biasimarla, sinchè limitata alla semplice soddisfazione de’ fisici bisogni, e de’ civili eziandio, diventati oggidì al par di quelli


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