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Pare, che gli scrittori pressochè tutti siensi fra loro convenuti di dipingere l’umana condizione più infelice, di quello che in fatto lo sia. Quali vantaggi poi abbiansi creduto rendere all’umanità di tal guisa operando, non io saprei conoscerli: e sono piuttosto inclinato a dubitare, che l’orgoglio ve gli determinasse, anzichè il nobile desiderio di fare degli uomini migliore la sorte; poichè ben essi sapendo essere il quadro dell’umane sciagure, suscettibile di tinte più varie più forti, e più risentite, che la sbiadata, ed uniforme dipintura dell’umana felicità, così al primo s’attennero, che somma lode, e gloriosa nominanza loro prometteva. L’uomo per naturale sua indole è portato ad amar l’esagerazione. Dessa lo toglie alla noja, scuotendo vivamente la sua anima, eccitandovi delle passioni violente, e rimovendone in quel punto ogni affetto straniero. Perciò, chi si facesse a parlargli con mente tranquilla dell’umana felicità, e con pacato ragionamento gli dimostrasse quali, e

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