la morte sopisca i miei sensi, e chiuda finalmente alle passioni le porte tutte della mia anima.
Una voce venuta dal lato manco del tempio, interruppe la mia preghiera, ed io fattomi ad ascoltarla pieno di religiosa riverenza, udii pronunziar questi detti. Figlio (diss’ella) tu piangi sulla tua sorte, e non badi che forse l’infelicità di cui tu ti lagni, potrebbe derivare soltanto dall’abuso di quegl’istessiFonte/commento: Pagina:Saggio sulla felicità.djvu/61 mezzi, che Dio ti ha accordati per esser felice. La pura felicità non soggiorna sulla terra: dessa non è il retaggio di un essere così imperfetto qual si è l’uomo; non concluderne perciò ch’egli sia dannato a vivere nel dolore. Il dolore è bensì la generale forza determinatrice di ogni nostra azione, senza di cui noi languiressimo nell’inerzia, e ben tosto vedressimo la nostra spezie distrutta, ma il dolore è eziandio il generatore del piacere, meta de’ nostri più vivi, e più cari desiderj. Il piacere per essere un ente negativo, uno stato di tregua, solo di quando in quando dal dolore accordato, egli non ci viene per questo meno gradito, e soave. Ma questo sentimento per esser puro, conviene che sia scevro d’ogni rimorso, e quindi non contaminato dalle macchie del vizio. Se tu vorrai dunque menar giorni più felici, non