MIra dal ciel, ov’hai, cred’io, ricetto,
Illustre Genitor, questa Donzella,
Che dall’Arcier Divin ferito il petto, 4Ratta fuggissi in solitaria cella;
E in questo giorno il Sacrificio eletto
Saggia or compie, e si fa ognor più bella
Agli occhi del Signor, cui tanto piacque, 8Che in isposa la scelse allor che nacque,
Mirala, dissi, in giovanetta etade
Da forte superar suoi fier nemici,
E ciò che più avvelena, e persuade 12Di Donna il core con infausti auspici.
Gli alti natali, e tutte l’altre strade
Che a lei s’aprir per trar suoi dì felici,
Generosa disprezza, e fa suo vanto 16Aver per sempre il Crocifisso a canto.
Ed oh! quale a provar tu avrai contento
Oggi in veder l’avventurata Figlia
Trionfatrice nel fatal cimento 20Che i più forti a temer spesso consiglia.
Benedirai ben cento volte, e cento
Colei, che ti fu Sposa, a cui somiglia
Ne’ bei pregi dell’alma, e nel candore 24Di un sempre giusto, ed illibato core.