O Immacolato Agnel del Dio vivente
Che i peccati dell’uomo a toglier vieni,
Sì gli distrugga tuo valor possente, 4Come in odio lor sempre avesti, e tieni.
Fragile è l’uom, onde sen va sovente
Perduto in traccia di caduchi beni,
Cieco, credendo trar felicemente 8In mezzo a tai piacer giorni sereni.
Misero! che il fatale, e tristo inganno
Spesso lui guida alla ruina estrema, 11E in vano cercherà scampo, o riparo.
Pietà, Signore, che gli è immenso il danno:
E l’alma solo a rammentarlo trema, 14E tutta si risolve in pianto amaro.
DUe Figli il ciel dell’amor mio pudico,
Gentil donommi, e cari mi son questi;
E un buon Consorte, i cui bei tratti onesti 4Meritar che ciascun gli fosse amico.
Felsina ben tu sai se il vero io dico,
Che sua virtute in tanto pregio avesti:
Gia le Muse trattar spesso il vedesti 8Là d’Elicona nel bel colle aprico;
E nel tuo onore, ed al tuo prò indefesso.
Ma, lassa me! che cruda, invida Parca 11Lui dal mio fianco svelse, e il fe’ sua preda.
Figli, tra poco un fato, un colpo istesso
La Madre incontrerà, d’anni già carca. 14Ah! pria l’orme di lui calcar vi veda.