DUnque tra figli dell’incauto Adamo
Tu figlio, e serbi te puro, e innocente?
E benchè germe di sì infausto ramo, 4Non temi della colpa il fiero dente?
Nascesti pur come anco noi nasciamo
Colla divisa del primier parente:
Nemici avesti come noi quì abbiamo 8E mondo, e carne, e l’infernal serpente:
Ma addita a noi come n’arrechi teco
Il raro dono, il così bello onore 11Battesimal da te non guasto mai?
In terra Angelo fosti, ed or t’han seco
Gli Angeli in cielo, e a lor sommo stupore, 14Giacchè invidia non puote in lor, ne dai.
SEmina il perfid’uom nel campo istesso
Del rivale, zizania per vendetta,
Premendo a lui che resti il seme oppresso, 4Che darne messe indi potria perfetta.
Cresce la pianta orgogliosa appresso,
E gli occhi di chi mira ne diletta;
Ma se quella a estirpar non è indefesso 8Il cultore, buon frutto in vano aspetta.
Com’è il cultor, sia il saggio sempre intento
A sradicare i pravi affetti, e rei 11Che il nemico infernal gli mette in core.
Così facendo renderà poi cento
Il buon seme per un: felici quei, 14Cui tanto frutterà, dice il Signore.