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* xxix *

ALlor che in ciel pugna fatal s’accese
     Fra le Angeliche squadre, e qual non diede
     Prove d’amore, e d’incorrotta fede,
     4Michele, e ben fece il suo amor palese.
Con sì gran possa a compir l’opra attese,
     Che l’empio Belzebù sotto del piede
     Cacciossi, e poi dalla superna sede;
     8Indi al trono divin l’arme n’appese.
Chi a Dio potrà unqua mostrarsi eguale,
     Esso diceva, e somigliarsi a lui?
     11Pera il Fellon che tanto ardisce, o spera.
Perciò a Michel diè poter tanto, e tale
     In Cielo, in Terra, e fin ne’ regni bui
     14L’alto Signor che su di tutto impera.



MIra Israel, e de’ Profeti tuoi
     I presagi avverati oggi vedrai,
     Squarciossi il cielo, e giù piovette a noi
     4L’alto Riparator de’ nostri guai.
Più vezzoso Bambin non vide poi
     Fin ora il mondo, e nol vedrà più mai:
     E se bella n’apparve a’ giorni suoi
     8La gentile Rachele, ben tu il sai.
Pur cede al paragon, chi il crederia!
     Alla Vergin che è Madre al Dio nascente,
     11Come Stella appo il Sol s’oscura, e asconde.
D’amendue questi un dì parlò Isaia,
     Al quale rese avea con foco ardente,
     14Prodigio! un Cherubin le labbra monde.


Costui,