QUale appunto conchiglia in su gli albori
Del sereno mattin le ruggiadose
Stille raccoglie, e i congelati umori 4Cangia in candide perle preziose;
Perchè nel dì, scopo de’ dolci amori,
Fansi d’averne alto piacer le Spose,
Ornandosi di lor fra ameni odori 8Di gelsomini, e di vermiglie rose;
Tale è colui che i santi detti ascolta:
Il divino parlar volgendo in mente, 11I costumi suoi rei cambia, o riforma;
E l’alma allora che ne’ vizj avvolta
Fu lungo tempo, alla virtù possente 14In sè si muta, e nuova prende forma.
MEntre l’iniquo fraudolente Erode
Il promesso ritorno in vano attende
De’ Magi Re, dal Re del Ciel la frode, 4Cui si detesta, di schernir si prende.
Di ritornare alle natìe lor prode
Per altra via con sogno che discende
Dal sen di lui loro additar ne gode; 8E gia la Stella in ciel più non risplende.
Perchè il crudele, e di furor baccante
Qual ferito leon strage destina 11A tenerelli infanti a sè soggetti.
Nè lo ritien strida di madre amante,
Ch’ei vuol l’eccidio, e lor total ruina; 14Ma salvo è quei cagion de’ suoi sospetti.