Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
82 | racconto decimo |
RACCONTO X.
Sotto il capezzale del letto di un povero giovine morto di etisia in uno spedale di Napoli fu trovato questo scritto:
Io Domenico Zola nacqui in Venezia da onesti e facoltosi genitori, e fino all’età di sette anni fui educato in casa mia, e vissi con loro. Me ne rammento poco dei primi anni; ma so che furono i più felici, poichè io era figlio unico, e toccavano a me tutto l’amore e tutte le carezze dei genitori... Ah sì! la memoria di quella vita è stata la mia sola consolazion vera su questa terra. Ogni mio desiderio era subito esaudito; per me tutte le ricreazioni, tutti i diletti; e credo non aver dovuto una sola volta far cosa di contro genio. Povera madre mia! me ne sovvengo di te, del tuo grande amore; e mi rammento che non avevi bene se non mi vedevi lieto e felice.
Mio padre era negoziante, e stava poco in casa; anzi per due volte in quei sette anni viaggiò lontano da Venezia parecchi mesi. Tornato dal suo secondo viaggio trovò mia madre malata; e poveretto! gli