Pagina:Saggio di racconti.djvu/88

80 racconto nono

Finalmente il padre esclamò: «Ebbene, Iddio proteggerà i tuoi giorni. Andiamo, andiamo a dare questa consolazione a tua madre.» Fattala consapevole d’ogni cosa, mescolarono insieme le loro lacrime di tenerezza; e tutti gli altri fanciullini pigliavano parte a quel giubbilo senza intenderne la cagione; ma vedevano bene che si trattava di una bell’azione di Guiniforte, e lo ricoprivano di carezze.

Quindi i due maggiori, già abbastanza istruiti da poter copiare esattamente il latino, conosciuta l’industria di Guiniforte, vollero aiutarlo. Così la loro sollecitudine, suscitata dall’esempio di Guiniforte, non solo serbò a Gasperino la copia dei più rari tra i suoi codici, ma provvide anco alla futura miseria. Intanto quell’esercizio di copiare le opere de’ più illustri scrittori Greci e Latini fu pel figliulo un bonissimo mezzo d’imparar nuove cose, ed un’occasione opportuna ad istruire i cugini.

Un uomo di grande ingegno, prima di lui, lo stesso Francesco Petrarca aveva per amor di studio e per necessità di guadagno fatta la medesima professione di trascrivere i codici. Ma Guiniforte era quasi ancora fanciullo... Oh valoroso fanciullo! tu avesti la fortuna di liberare il padre dalle angustie dell’indigenza; tu lo salvasti dal rossore d’implorar l’altrui misericordia. Quanti avrebbero d’uopo d’imitarti! Gran differenza passa in vero fra te e coloro, i quali per cattiva condotta cagionarono invece la rovina dei genitori e di sè stessi. Dio non permetta che vi siano di così fatti mostri sopra la terra.