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pieni di carità come lui, andò a’ nipotini che si struggevano in pianto, e cominciò a consolarli. Poi ne prese uno in collo e due per mano, dette gli altri a condurre alla moglie e al figliuolo, e dicendo loro: venite, venite, vi faremo noi da babbo e da mamma, gli raccolse nella propria casa. La vista di quegl’innocenti afflitti e l’amorevolezza dei loro benefattori erano cose, da intenerire; e Guiniforte animato dall’esempio dei genitori, cominciò dal privarsi del proprio letto, e si ridusse volentieri a dormire su di un semplice strapunto disteso in terra. Poi volle che una parte delle sue vesti servisse a coprir meglio i cugini; ed egli si contentò di averle più ordinarie, perchè costassero meno. Rinunziò ad ogni cibo che non fosse necessario da quanto il pane; e tutto il tempo che suo padre gli concedeva per ricrearsi, volle adoperare nell’istruire i più grandicelli in quelle cose che già aveva bene imparate.

Gasperino potè sulle prime reggere il peso di una famiglia sì numerosa; ma crescendo l’età dei figliuoli e dei nipoti, crescevano anche i bisogni; e le continue guerre e le gravi discordie facevano più dispendioso il vivere. Ma bastava che quel padre amoroso desse un’occhiata a coloro che non avevano altra salvezza che in lui, perchè si sentisse rinvigorire le forze; e quando era alla vigilia di non aver più mezzo per isfamarli, levava di casa ora un mobile inutile, ora si toglieva di dosso una veste per mutarne il valore in tanto pane. Alla fine anche i mobili, anche le vesti mancarono, e la fortuna gli