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68 | racconto ottavo |
potrete rifiutare un aiuto quando vi viene offerto come cosa vostra e per mia mano, e quando vi esorto ad accettarlo pel bene del vostro figliuolo.
«Quand’è così, rispose allora la vedova quasi pentita della sua resistenza, io non mi oppongo. Compatitemi se ho esitato, e siate benedetto dal Cielo, poichè siete venuto a liberarmi inaspettatamente dalla miseria.» E posando il volto sulle spalle del figliuolo che l’abbracciava, nascose al parroco le lacrime della sua tenera riconoscenza. Allora egli corse tutto giubbilante a levare dal calesse il sacchetto, e glie lo portò sul tavolino. Poi dato un bacio a Roberto: «Signora, disse, mi permetterete di levarvi l’incomodo.»
La vedova si alzava, proferiva alcune parole di ringraziamento; ma erano interrotte dalla commozione; e il parroco esclamò allontanandosi: «Accetto i vostri ringraziamenti; ma non debbo ascoltarli. Non ho fatto altro che il mio dovere. Spero che non parlerete più di questa cosa. Per qualunque altro motivo sono ai vostri servigi.» E salutatala cortesemente andò via. La vedova voleva accompagnarlo; ma esso non lo permise. Allora corse a lui Roberto, a pigliarlo per la mano, a baciargliela, e lo aiutò a salire nel calesse. Il parroco gli mostrò colle lacrime quanto gradiva quelle tenere cortesie, lo abbracciò, gli strinse la mano, e si allontanò con l’animo pieno di consolazione. Roberto nel soffermarsi un poco a vederlo partire, crede di riconoscere il calesse della sera innanzi, e gli s’affacciò