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l’acciarino perduto 65

Fatte le prime accoglienze, il parroco prese a dire così: «Mi scuserete, o signora, se vengo ad incomodarvi...» — «La vostra visita mi onora, rispose la vedova.

Par. Grazie, ma io mi prendo anche maggior libertà, perchè vorrei che mi permetteste di parlarvi dei vostri interessi...

Ved. Avete saputo della vendita del podere?

Par. Sì signora.

Ved. Ed avreste intenzione di comprarlo, o siete incombensato di parlarmene? In questo caso vi pregherei di farlo col mio procuratore, perchè io...

Par. Scusate se v’interrompo; ma non è questo lo scopo della mia visita. La persona a nome della quale vi parlo, ed io stesso, abbiamo supposto che debba dolervi la perdita di questo podere; e non saremmo capaci di approfittarcene a nostro vantaggio.

Ved. Ma, caro signor parroco, è una necessità; e siate certo che io sono preparata a tutto. Comunque possa essere interpretata la mia ritiratezza, vi assicuro che non mi vergogno della condizione infelice nella quale sono ridotta. Vi dirò di più, che non mi sgomenta nemmeno, poichè ho un sostegno, un valido sostegno, signor priore (e abbracciava Roberto); e dopo aver perduto tutti i miei beni, mi rimane il maggiore, il bene inestimabile di un figliuolo che mi ama e mi assiste.

Par. È vero; e la vostra fiducia è ben riposta. Oh signora, crediate che non ho mai provata tanta tene-