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22 | racconto secondo |
disfazione di vederla contenta di lei un giorno più dell’altro. Fino dal momento della disgrazia del babbo era stato necessario diminuire le spese di casa; bisognava contentarsi di mangiare un po’ di minestra e un po’ di pan solo; non pensare più a certi divertimenti che le andavano tanto a genio, come sarebbero le scampagnate; ed era indispensabile vestirsi di roba più ordinaria. Non vi era più il babbo che col suo lavoro guadagnasse da comprare il companatico e i vestiti nuovi, ed occorreva tener più di conto d’ogni cosa. Ebbene! la Teresina si contentava della sua vita più ristretta, si privava volentieri delle cose superflue, e non si vergognava di farsi veder fuori vestita con roba usata e più ordinaria di quella delle sue compagne. Cercava di star sempre pulita, e faceva risparmio di tutto. Sua madre aveva ella saputo adattarsi ad ogni privazione? tanto più doveva poterlo fare la sua figliuola.
Una Tolta uscendo di chiesa sentì dietro a sè certe ragazzine vestite bene ma educate male, le quali si burlavano della povertà del suo vestiario e di quello di sua madre, perchè non v’erano nastri nè fiocchi nè spilloni in capo nè pettine lavorato; ma ella non se ne vergognò, e non ne sentì nemmeno rancore verso di loro. Vide che era pulita e rimendata per tutto, e le parve che bastasse.
Tornata a casa, esaminò anche meglio la sua robicciuola, e nel ravviarsi i capelli si sentì battere nella gota le buccole che erano piuttosto belline. «Oh! disse allora tra sè, per la figliuola di una ve-