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le lacrime, e che alzava spesso gli occhi al cielo in atto di raccomandarsi a Dio. Intanto il marito di quella donna si era messo a discorrere in segretezza e con premura col contadino istruito, e dopo un breve colloquio salì giubbilando a pigliare la moglie; poi tutti e tre si recarono nella casa della Maria; entrarono in terreno, e chiusero la porta. La Maria li riconobbe subito; Ilario sentì una consolazione indicibile; e quella donna esclamando: «È lui! è lui!» aperse le braccia, e corse a pigliarlo in collo, a baciarlo, a stringerlo al petto con tanto amore, che a tutti vennero le lacrime; e dietro a lei il suo marito fece lo stesso; e Ilario intenerito rendeva i baci e non si saziava di stringere anch’egli quelle due care persone aspettate tanto! La Maria ringraziò Dio che fossero finalmente venuti a ricercare d’Ilario, che un fanciullo tanto buono come lui non avesse la disgrazia di rimanere orfano; ma nel tempo stesso per l’amore che gli portava non poteva pensare al dispiacere di vederselo condur via.
Dopo le prime accoglienze, i genitori d’Ilario narrarono come fossero seguite loro altre disgrazie di malattie e di cattivi incontri, tanto che per un pezzo non avevano avuto coraggio, ne trovato modo di fare scrivere. Finalmente, come Dio volle, cominciarono a star meglio; e il marito aveva trovato da campare nel Borgo col suo mestiero... E dopo fatti questi racconti, non finirono mai di ringraziare la Maria, per aver raccolto, assistito e mantenuto con tanta carità il loro figliuolo. Egli non poteva