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6 | racconto primo |
giolino. Avete troppo bisogno di pensare alla vostra salute. Da povera donna, lo assisterò io. Oh! me l’immagino quanto vi debba addolorare il lasciarlo; son madre anch’io!» La malata pigliando all’improvviso la mano della Maria, e baciandola, esclamò: «Ah! voi mi rendete la vita! ma compatitemi, non posso fare a meno di piangere. Non sono mai stata un giorno senza questo amor mio; gli ho dato il latte da me; cresceva bello come una rosa; e ora a vederlo ridotto così, e a dovermene separare, mi scoppia il cuore.» — «Vi compatisco, rispondeva la Maria; ma bisogna rassegnarsi. Tanto, prima o poi ve ne dovreste distaccare se andate allo spedale. È meglio che lo lasciate qui, si può dire nel suo paese... Io ho delle obbligazioni, sapete? ai montanari. Farò quello che potrò per mostrare che sono riconoscente.»
Il marito colle mani incrociate sul petto andava su e giù sospirando; e il bambino che s’era chetato all’arrivo della Maria, ora guardava il babbo, ora la mamma con gli occhi pregni di lacrime. Intanto Nanni chiamò; la Maria corse a prendere la pappa, e quella povera famiglia si sentì riavere a mangiarla. A ogni boccone il marito e la moglie benedicevano la carità della Maria. Dopo che si furono rimesso lo stomaco con quel cibo caldo e sano, venne il momento di separarsi. Oh! che momento per quei due poveri genitori! La Maria si prese il bambino sulle ginocchia, seguitando a dargli a poco per volta la pappa, e facendogli tante carezze, ch’egli aveva co-