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ilario 3

ed essendo di buon cuore, trovava sempre il modo di far servigi ai vicini. Aveva poi un figliuolo di dodici anni, che essendo garzone del mattonajo, guadagnava già qualche cosa. E questo ragazzetto era tanto industrioso, che quando non aveva lavoro alla mattonaja, coltivava un orticello sotto casa, e ne ricavava ora i cavoli, ora le zucche, ora l’insalata, tanto da avere il companatico per due o tre mesi dell’anno.

Quella mattina la Maria s’era messa sull’uscio a filare, e Nanni vangava l’orticello, quand’ecco arrivare un giovine afflitto, e vestito poveramente da montanaro.

Salutò egli la Maria, le si accostò, e le domandò se quella era la strada migliore e più piana per scendere al Borgo. «Sì, disse ella; ma quando siete al mulino pigliate il viottolo a mano manca, sennò vi conviene guadare il fiume. — Grazie; e c’è molto ancora di qui al Borgo? — Eh! figliuolo mio, venticinque miglia e ardite.» Il giovine la ringraziò di nuovo, e nel tornare indietro giunse le mani, e sospirando guardò il cielo. La Maria a quell’atto si sentì stringere il cuore, e chiamandolo: «Scusate, gli disse, vi sentite voi male; avete bisogno di rinfrescarvi? Venite, senza interesse....» Il montanaro fermatosi a guardarla con aria di tenera riconoscenza: «Io, rispose, io non ho bisogno di nulla;» e a lenti passi le si riaccostava parlando. La Maria, lasciato cadere il fuso e tiratasi in dietro la rocca, si pose ad ascoltarlo. Ma pareva che il montanaro non trovasse le